ISTITUTO COMPRENSIVO DI GENZANO DI LUCANIA

Una coomunity di apprendimento centrata sui problemi della scuola.

Friday, December 21, 2007

Natale nelle regioni

In Italia sopravvivono molte tradizioni natalizie, molto amate dalla gente e si ripetono puntualmente ogni anno. Hanno origini diverse, ma tutte vogliono sottolineare l’importanza della festa.
In LOMBARDIA si racconta che Toni, un distratto garzone di pasticceria, mescolò due impasti diversi e ne uscì un dolce chiamato “pan di Toni”: il panettone tradizionale.








In LAZIO pastori in costume “feferari” suonano le cornamuse e passano per le vie del centro dietro un carro che ospita una capanna con Maria , San Giuseppe e Gesù Bambino.







Nel MOLISE vive ancora l’usanza di tenere la porta di casa aperta e la tavola imbandita fino al ritorno dalle chiese, dopo aver partecipato alla Messa di Mezzanotte. Una leggenda, infatti , dice che la Madonna, san Giuseppe e il Bambinello hanno così modo di scaldarsi, di nutrirsi e di benedire la casa.










In EMILIA ROMAGNA la sera della vigilia è tradizione preparare i famosi” tortellini”, piatto tipico del giorno di Natale. Al suono delle campane che annunciano la Messa di Mezzanotte, la preparazione della pasta deve essere terminata affinché tutti possano partecipare alla Messa .

In ABRUZZO nelle campagne, alla vigilia di Natale, viene posto sopra il focolare “lu cocciu” cioè il ceppo da ardere. Il ceppo ha due significati simbolici: il fuoco è segno di vita e il legno che arde rappresenta le cose brutte che si vogliono dimenticare.

In SARDEGNA la Messa di mezzanotte si chiama “missa e puddo” cioè “Messa del gallo” perché termina al canto del gallo.

A Genzano, a Natale si addobbano i balconi con luci colorate per rendere le strade allegre e festose.
Nelle case si addobbano grandi alberi e bellissimi presepi.
La notte di Natale , quasi tutti partecipano alla Santa Messa per celebrare la nascita di Gesù Bambino. Il giorno di Natale è usanza riunirsi a casa di un familiare e mangiare tante cose buone, come i panettoni, le cioccolate e i pasticcini. I nonni, invece, con gioia ci preparano i dolci che loro mangiavano da bambini e che venivano preparati dalle loro mamme con le poche cose che avevano a loro disposizione., come il calzone che è una torta ripiena di uva, noci, cipolla e alici; le crespelle ricoperte di vino cotto e miele; le pettole ricoperte di zucchero. Ogni volta che il nonno ne assaggia uno, ricorda i suoi Natale da bambino e mi racconta di come lo attendesse con gioia, perché così avrebbe avuto dei vestiti nuovi, un albero di Natale addobbato con noci e mandarini e un bel piatto di pasta asciutta con un pezzo di carne.
4B







Le tradizioni natalizie a Forenza
Le tradizioni del mio paese non sono tanto diverse dagli altri. Infatti, dall’ otto dicembre, giorno dell’Immacolata, cominciano ad addobbare le finestre e i balconi delle case, le strade con luci bianche e colorate. I negozianti anche loro addobbano i loro negozi. Nell’aria si sentono i canti, i profumi che vengono dalle case, dove le mamme e le nonne preparano dolci buoni e antichi: u’cazoun (il calzone è un dolce ripieno di cioccolata, fichi, miele, mandorle, noci ,zucchero,uva frescae uva sultanina),; li crist (che sarebbero dei roselloni fatti di pasta frolla e miele); r’ casatell (dei fagottini ripieni con crema di castagne). La notte Santa si va in chiesa per vedere il presepe e partecipare alla S. Messa. Il giorno di Natale chi non è andato la sera a messa, va il mattino. All’uscita della chiesa tutti si scambiano gli auguri. Sono feste che si trascorrono insieme ai parenti e si gioca a tombola, a carte e al gioco dell’oca. A capodanno c’è chi va al veglione e chi invece resta a casa a festeggiare in famiglia l’arrivo del nuovo anno.

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