ISTITUTO COMPRENSIVO DI GENZANO DI LUCANIA

Una coomunity di apprendimento centrata sui problemi della scuola.

Wednesday, April 23, 2008

Associazione Gigi Ghirotti
















A Genzano si cerca di mettere su un gruppo di volontari per ,l’Associazione Gigi Ghirotti la quale,in sinergia con il Reparto Cure Palliative dell’Adi, assiste a domicilio i malati terminali – ieri mattina (mercoledì 16 aprile) primo incontro a Genzano, ospiti deli volontari dell' Avis e della croce rossa.

Ieri mattina, nella sede dell’Avis di Genzano si è tenuto un primo incontro fra la “Gigi Ghirotti Basilicata” ed un gruppo di persone intenzionate a valutare la possibilità di aderirvi in qualità di volontari. Si tratta, in pratica, di offrire assistenza ai malati terminali.
“Il motivo della nostra visita a Genzano – ha subito palesato il dottor Gianvito Corona, responsabile del reparto Cure Palliative dell’Adi, nonché fondatore nella nostra regione della associazione succitata – è soprattutto quello di sensibilizzare lo spirito volontaristico in questa zona limitrofa del distretto sanitario, ove, se non altro per problemi logistici, se ne presenta più che altrove il bisogno”. Accompagnato dal dottor Francesco Di Nardo, dalla psicologa Marirosa Digrisolo, dall’infermiere Michele Gambatesa (ben noto in paese per la sua solerzia) e dal fisioterapista Michele Pietrapertosa, Corona ha sottolineato l’importanza della figura del ‘volontario’ in seno allo staff specialistico: “Non si tratta di una gerarchia di ruoli – ha tenuto a precisare – ma di una sinergia di azioni mirate a restituire dignità agli ultimi giorni, mesi o anni che siano, di persone per le quali sia la cura riabilitativa che il soggiorno in ospedale non solo non hanno più senso, ma sarebbero addirittura dannosi; cosicché quel che resta di utile è un servizio di assistenza fortemente etico che attenga agli aspetti di benessere psicologico e fisico in egual misura. In tale contesto – ha concluso – il volontario, scevro da qualsiasi interesse che non riguardi il mero appagamento del suo bisogno di ‘far del bene’, può fungere da vero garante a che gli ideali dell’associazione siano sempre rispettati”.
È intervenuta anche la Digrisolo a ribadire quanto il percorso di formazione e l’opera di supporto possano costituire motivi di crescita personale e di notevole appagamento, e lo ha fatto andando a riesumare esempi tanto commoventi quanto significativi vissuti in prima persona.
Forse per il piacere e la felicità delle persone non sempre si può fare qualcosa. Sono concetti troppo effimeri. Ma la sofferenza, quella esiste davvero ed è tangibile. Parole di Schopenhauer, il quale precisava che per vivere bene, in fondo, tutto ciò che possiamo fare è evitare il dolore: sotto quale migliore ‘stella filosofica’ poteva dunque trovarsi ad operare una associazione dalla levatura etica quale lo è quella della ‘Gigi Ghirotti’?
Al momento, dunque, ciò che conta è selezionare, fra Genzano e Banzi, un gruppo di persone che vogliano arricchirsi con un’esperienza in tutti i sensi gratificante. Seguiranno altri incontri di ‘ricognizione’, ed intanto chi si sentisse predisposto al ruolo e volesse maggiori informazioni in proposito può chiederle, senza impegno, alla dott.ssa Digrisolo (3398021110), la quale ha concluso ricordando che il territorio ha un gran bisogno di gente capace di offrire un piccola porzione del proprio tempo in cambio di quella gioia, coinvolgente, che può venire solo dai ‘bordi’ della vita.

Gianrocco Guerriero(scrittore e collaboratore de “la Nuova del Sud”)

Sunday, April 20, 2008

Idolo dal greco EIDOLON immagine, voce simile a EIDOS aspetto, figura, da EIDO vedo: perchè nell'idolo vediamo in qualche modo la cosa, di cui esso è immagine.
Immagine scolpita che rappresenta una persona o una forma della natura personificata e riguardata come divinità.

Descrivi il tuo idolo preferito



Io ho tanti idoli, ma ora tra quelli che preferisco di più sono due: ARTURO SANDOVAL e COMPAY SEGUNDO.
Arturo Sandoval è un musicista e cantante di musica jazz, è un campione in tutto sia quando suona la tromba, che è il suo strumento preferito, sia quando suona la batteria e il piano.
Mi piace perché sa animare i suoi spettacoli e io rimango stupito e sono sicuro che presto andrò in America a vedere un suo concerto e magari sarò ospite a casa sua, così potremo parlare e suonare insieme.




Compay Segundo è un cantante di musica cubana, è un vecchietto che fuma sempre il sigaro cubano.
E’ molto bravo a cantare e suona il tes cubano che sarebbe una chitarrina.
Armando A. 3^A primaria







Il mio idolo preferito è un personaggio dei cartoni animati.
Anche se non è reale ma di fantasia a me piace perché rappresenta il bene che vince sul male.
E’ un vero eroe disposto a rischiare la propria vita per salvare l’umanità. Il suo nome è Goku.
E’ molto coraggioso. Ha molta forza grazie ai grossi muscoli del suo corpo che si mantiene sempre giovane. E’ alto 180 cm. e ha i capelli lunghi. Durante i combattimenti assume diversi livelli di forza a seconda del nemico da sconfiggere. E’ molto simpatico, spiritoso e fa molte battute che mi divertono tantissimo. Vorrei diventare come lui.


Domenico 3^A primaria






Io non ho un vero e proprio idolo, ma ci sono delle persone o personaggi che ammiro, uno di questi è Alessandro Del Piero. Lui è un calciatore della mia squadra preferita: la Juventus.
Ha più di trent’anni ma è ancora un grande calciatore. Quando era giovane, il Presidente della Juventus lo chiamava Pinturicchio, come il famoso pittore, perché le sue giocate erano bellissime come delle opere d’arte. Poi ha avuto numerosi infortuni, però si è ripreso e continua a giocare benissimo, infatti, sabato sera contro il Milan ha giocato una bellissima partita e ha fatto anche goal.
Chi gli chiedeva qual era il segreto del suo successo lui gli rispondeva: “Ho sempre dame di goal e di successo”. E’ anche per questo che a me piace tanto. Il mio grande desidero essere è diventare come lui, anche perché quando gioca è leale e vorrei tanto vedere dal vivo una partita della Juventus.
Pasquale A. 3^A primaria




Il mio idolo preferito è Lupin, che è un personaggio dei cartoni animati. Lui è un ladro molto abile, è il capo di una banda di ladri. Insieme a lui lavorano due uomini e una donna. L’ispettore Zenigata gli dà la caccia, ma non riesce mai a catturarlo. Lupin è molto furbo nel travestirsi, così inganna la gente. Mi piace perché è molto furbo nel travestimento, ma non mi piace perché è un ladro.
Giuseppe G. 3^A primaria


Amo tanto la musica, infatti vado a lezione per imparare a suonare la tastiera.
Per questo mi piacciono molto i cantanti. Quello che preferisco è Paolo Meneguzzi.
E’ un ragazzo molto bello e famoso.
Di solito, quando finisco i compiti vado sempre nella mia cameretta, mi siedo sul letto e ascolto le sue canzoni. Quella che preferisco è “Non capiva che l’amavo”. Io amo questa canzone perché mi piacciono le sue parole perché trasmettono messaggi positivi per i giovani.
Antonella Fe. 3^A primaria



I miei idoli sono i Sonohora, due ragazzi che suonano la chitarra. Quando torno da scuola, a casa, ascolto la loro canzone che s’intitola “l’amore”. Il mio sogno è di incontrarli e far parte del doro gruppo per formare un trio, perché anch’io so suonare la chitarra. Loro si vestono un po’ moderni e un po’ classici. Io ho girato tutto Genzano, ma nessun parrucchiere sa fare i capelli come ai Sonohora. Adesso faranno dei tour e diventeranno famosi così avranno un successo strepitoso e a me farà piacere.
Lucio C. 3^A primaria

Friday, April 11, 2008

5 atleti di Genzano della Taekwondo A.D.S. Power Center si recano alle interregionali di Catanzaro e tornano con 5 medaglie

L’associazione “Taekwondo A.S.D. Power Center” ha trovato a Genzano un fertile terreno per iniziare a coltivare piccoli campioni. Infatti, solo pochi giorni fa, a Catanzaro, nel corso di una gara interregionale (che ha visto partecipare rappresentanze provenienti da Basilicata, Puglia, Calabria, Campania, Lazio e Sicilia) il gruppo genzanese è riuscito a portare a casa ben 5 medaglie. Erano in cinque, e sono tornati tutti premiati. Un ottimo risultato, soprattutto se si considera che alla competizione erano presenti 400 atleti, e che gli iscritti al Pawer Center sono poco più di trenta, fra i quali due soli adulti.
Due primi posti sono stati conquistati da Giada Galantucci (categoria ‘juniores’) e Roberta Furone (categoria ‘cadetti A’); si sono aggiudicati un secondo posto Mattia Alianelli e Nicola Laginestra, entrambi ‘cadetti B’: mentre un decoroso 3° posto è andato all’altra ‘juniores’ presente, Sonia Laginestra.
“Una buona motivazione, queste medaglie, per continuare ad allenare con dedizione i nostri ragazzi – ci dice uno dei responsabili dell’associazione –; ed un ‘grazie’ al Sindaco ed al Dirigente Scolastico, per aver intuito l’importanza del nostro lavoro ed averci messo a disposizione la palestra delle Scuole Elementari due volte a settimana”.
“Questo è uno sport che infonde autostima – interviene Vincenzo, uno dei due adulti iscritti, di professione carabiniere – ed è finalizzato al controllo dell’aggressività piuttosto che all’utilizzo della stessa; una pratica sana, dunque che offre un’alternativa ai ragazzi, sempre più trascinati nel vortice del calcio ed in esso istigati alla vera violenza: quella delle tifoserie negli stadi”.
Gianrocco Guerriero

Cronaca di una giornata particolare.

Il 31 Marzo, abbiamo trascorso una giornata diversa, particolare, non in classe, ma a Potenza.
Alcuni giorni fa abbiamo accettato l’invito rivolto alle classi quinte, ad assistere presso il Conservatorio di Musica di Potenza,
allo spettacolo “La fantastica storia del pifferaio magico” realizzato dal noto cantautore napoletano Edoardo Bennato con la collaborazione di altri artisti. Siamo partiti in pullman alle ore 9,00 e dopo un’ora di viaggio eravamo a Potenza, davanti al Conservatorio dove, in attesa di entrare, abbiamo fatto colazione.
Alle 11,00 siamo entrati e abbiamo preso posto nella grande sala-teatro, gremita di alunni delle Scuole Primarie di Potenza e provincia.
La fiaba che è stata proiettata su un grande schermo, è una rivisitazione personale e moderna, musicata in rock, di quella originale e classica, trascritta dai fratelli Grimm.
In essa vi sono elementi fantastici ed elementi reali perché Bennato racconta i mali e i problemi della società contemporanea dominata dalla corruzione, dalla violenza, dalla falsità, dall’indifferenza e condizionata dalla televisione con le immagini, i bei discorsi, la pubblicità che propina con insistenza.
Il pifferaio, protagonista della favola, salverà, alla fine della storia, i bambini, portandoli via, allontanadoli, così, da questo mondo malvagio, corrotto, marcio. Questa storia, come tutte le favole, contiene anche una morale, vuole trasmettere anche un insegnamento, un messaggio positivo, rivolto a tutti indistintamente: con l’impegno e la buona volontà tutti possiamo contribuire a costruire un mondo migliore. L’opera è molto interessante perché affronta problemi attuali in un modo semplice, comprensibile per i bambini ed anche in modo piacevole e divertente, servendosi di belle immagini, parole e musica rock. Per questo è stato molto applaudito.
Alla fine alcuni alunni, saliti sul palco, hanno rivolto all’autore delle domande riguardo il suo lavoro, la sua carriera, ecc. Prima di lasciare il palco, Bennato ha cantato, accompagnandosi con la sua chitarra, una canzone di grande successo: “Ogni favola è un gioco”.
All’uscita abbiamo ricevuto tutti il libro della favola riadattata dal cantautore. Il nostro viaggio si è concluso al Mac Donald’s dove, approfittando della splendida giornata di sole, abbiamo consumato il pranzo ai tavoli all’aperto.
Alle ore 15,00 eravamo di ritorno a scuola, a Genzano.

Gli alunni della classe 5^C



La fantastica storia del Pifferaio magico
di Edoardo Bennato
C’era una volta una città che si ingrandiva ogni giorno di più a “macchia d’olio”.
Più si ingrandiva e più gli abitanti diventavano egoisti, prepotenti e cattivi. Si guardavano tutti in cagnesco e non sorridevano mai. L’unico loro divertimento era costituito dalla televisione che li isolava ancora di più da tutto e da tutti. Questa era la Città di Sopra,perché, nel mondo sotterraneo se ne era creata un’altra in cui trovarono rifugio gli esuli, gli emigrati, gli sbandati e tutti coloro che, non accettando le regole della prima città, erano stati emarginati e perseguitati. Tutte queste persone dividevano il loro mondo con i topi, gli abitatori naturali della Città di Sotto.
Topi ed emarginati o “sotterranei” erano alleati e si aiutavano l’un l’altro.
Nella Città di Sopra le cose non andavano bene. Tutti protestavano, si svolgevano cortei di operai, disoccupati, studenti insoddisfatti ed avvenivano episodi di violenza. I problemi gravi e reali venivano ignorati dal Sindaco e dai Consiglieri della Città di Sopra, come quello dello smog, dell’inquinamento tanto che una proposta per risolverlo venne bocciata. Si pensava, invece, di risolvere problemi di poco conto. Per esempio venne accettata, all’unanimità, la proposta di un Consigliere di eliminare i gatti, ritenendoli responsabili dei mali della città. Essi furono sterminati. In seguito alla loro scomparsa la città fu invasa dai topi. Purtroppo era impossibile risolvere la situazione, poiché tutti i gatti era stati sterminati. Neppure i saggi, gli scienziati, i maghi, gli indovini interpellati dal Sindaco seppero trovare un rimedio, una soluzione. A questo punto, come nelle favola originale, intervenne il Pifferaio magico.
Egli, come compenso chiese 1000 monete d’oro, ma il Sindaco gliene promise addirittura 1.000.000 se fosse riuscito a liberare la città dai topi. Il pifferaio, cominciò a suonare con il suo strumento magico che, in poco tempo, attrasse, come una calamita, tutti i topi, fino a condurli verso il mare, nelle cui acque essi precipitarono ed annegarono.
A missione conclusa, però, il Sindaco, non mantenne la promessa fatta e offrì al pifferaio solo tre monete d’oro. Dopo la scomparsa dei topi, la gente tirò un sospiro di sollievo, riscoprì la gioia di stare insieme, di sorridere, di festeggiare.
Tutto ciò durò, però, poco tempo perché, ben presto gli abitanti si resero conto che i veri problemi non erano stati risolti e i vecchi mali continuavano ad affliggere la loro vita.
Il pifferaio non riuscì a far capire alla gente che i veri responsabili dei mali della società non erano i gatti e i topi, ma gli uomini stessi, con il loro modo errato di comportarsi, con la loro violenza, il loro egoismo…
Intervenne così, di nuovo, con il suo piffero magico. Cominciò a suonare una melodia così dolce e allettante da attrarre tutti i bambini della città. Li fece salire a bordo di una barchetta (trasformata poi magicamente in un bastimento) comprata con le tre monete d’oro. Lo strano bastimento volante si mosse sempre più velocemente e, in pochi minuti, scomparve oltre l’orizzonte.
Dove sarà approdato?
L’autore non ce lo dice.
Forse nell’ISOLA CHE NON C’E’, come dice una sua canzone di grande successo?
A noi piace immaginare che almeno i bambini siano approdati in un mondo migliore.
Classe 5^C