ISTITUTO COMPRENSIVO DI GENZANO DI LUCANIA

Una coomunity di apprendimento centrata sui problemi della scuola.

Thursday, June 05, 2008

La quercia

La Quercia solitaria
C’ era una volta una quercia che era stata piantata in una zona di periferia della città. Era sola, non aveva amici e per questo era sempre triste. Passarono i mesi e gli anni e non vedeva mai nessuno. La piccola quercia desiderava con tutta se stessa vedere qualche essere vivente, un altro albero, un animale, un umano perfino. Un giorno vide qualcuno avvicinarsi in lontananza,’’ Possibile ? ‘’, pensò , le sembrò fantastico: era un piccolo esemplare di uomo. Dapprima fu contenta , ma poi ricordò che gli uomini erano distruttori: incendiavano la natura, tagliavano gli alberi . Cominciò a preoccuparsi .
Intanto il bambino si era avvicinato e si sedette all’ombra della sua folta chioma per riposare appoggiando la spalla alla sua dura corteccia. La quercia, che aveva una voglia matta di avere un amico , cominciò a parlare. ‘’Mi chiamo Quercia e tu chi sei?” Il bambino impaurito si guardò intorno, ma non vide un’anima viva , chi dunque aveva parlato ? “ Sono io , la quercia” . Il bambino non riusciva a credere ai suoi occhi, e alle sue orecchie …. era davvero l’albero a parlare!! . Il bambino timoroso chiese :”Ciao io sono Alessandro , è strano tutto ciò , non ho mai parlato con gli alberi” . Fecero presto amicizia.
Quercia era contenta per questo meraviglioso evento, iniziò subito a vedere Alessandro come l’amico perfetto . Per diversi giorni Alessandro andava a trascorrere con lei diverse ore, in cui parlavano molto .
Un giorno Alessandro diede la triste notizia alla sua amica : doveva partire in una città molto lontana, questo voleva dire che non potevano vedersi più . La quercia si rattristò , ma il bambino le promise che un giorno sarebbe ritornato da lei.
Passarono i mesi , gli anni e la quercia ormai cresciuta , aspettava sempre il suo amico . Un giorno quando ormai aveva perso tutte le sue speranze, vide in lontananza un vecchio con due bambini. Riconobbe nel viso rugoso, gli occhi del suo amico: era ritornato! La quercia fu contentissima di riaverlo lì con sé , ancor di più quando conobbe i suoi nipotini. Raccontò loro del nonno e della loro amicizia. I nipotini non si stancavano mai di ascoltare i racconti della vecchia quercia …
Da quel giorno la quercia non soffrì più la solitudine perché i tre amici non lasciarono più quel luogo: i bambini erano soliti trascorrere buona parte della giornata ad ascoltare i racconti della loro “amica” oppure a giocare all’ombra della sua folta e frondosa chioma.
Eugenia Bruscella, classe IIB Scuola sec. di primo grado, Genzano
LA MIA AMICA QUERCIA

Quando il tempo lo permette sono solita andare nel bosco macchia con mamma a raccogliere fiori. Un giorno mamma si inoltrò per un viottolo scosceso, raccomandandomi di aspettarla dov’ero .Ero sola, ad un tratto fui attirata da una cantilena triste, proseguii un po’ più in là e trovai una bella e maestosa Quercia. La cantilena arrivava da lei: si lamentava. Stentavo a crederci, poi lei mi parlò:
“ Ciao,mi chiamo Quercia e sono qui da anni”. Le chiesi perché era triste e lei “Sai ho vissuto una triste storia ”. La pregai allora di raccontarmela chissà, forse avrei potuto anche aiutarla! Lei a questo punto parlò: “ Ho vissuto, quando ero solo una piantina,in una casa dove le persone che la abitavano, mi curavano con tanto amore .Poi però sono diventata grande, i miei rami arrivarono a toccare il soffitto” “Devi sapere che in casa avevo un’amica che si chiamava Susy, era una dolce ragazza che mi teneva compagnia,però arrivò un giorno in cui mi portarono con un camion in un bosco. Da allora non ho più visto la mia amica, mi manca molto e sono sempre triste. Ecco perché mi hai sentito piangere, ho bisogno di un’amica che mi voglia bene e mi venga a trovare” Così io le dissi: “Non ti preoccupare,da oggi la tua amica sarò io” . A queste parole la maestosa quercia si mise a piangere di felicità e il suo pianto non era acqua ma resina. Da quel giorno vado sempre a trovarla e chiacchieriamo molto insieme.
Ludovica Mente, classe II B
Scuola secondaria di primo grado Genzano

L’albero dei bambini

Ciao io sono la Quercia l’albero più anziano e più saggio del bosco. Ora vi racconterò la mia storia e tutte le mie avventure. Ero un piccolo seme quando fui piantata qui da due contadini. Essi mi innaffiavano e mi curavano finché diventai un piccolo alberello. Quando i due contadini morirono il figlio si prese cura di me e,siccome non aveva amici desiderava tanto che io diventassi umana per fargli compagnia. Una sera una fatina arrivò dal bimbo e fece avverare il suo desiderio così io presi vita. La mattina seguente il bambino mi osservava e così io cominciai a parlargli, lui fu contento e diventammo amici. Io gli raccontavo storie di animali, di piante, fiori….e lui mi raccontava le storie dei suoi amici. Eravamo felici,ma il bambino un giorno si ammalò e per febbre forte morì. Io rimasi solo in questo bosco,perché gli altri alberi non parlavano. Ma un giorno anche il mio desiderio si avverò,tutto il bosco prese vita. Potevo finalmente conversare con il pino, mio vicino, con la margherita che abitava sotto la mia ombra. Raccontai a loro la mia storia e da allora i miei amici alberi mi chiamano “L’albero dei bambini” .
Da quel giorno tutti i bambini vengono sulle mie radici per ascoltare le mie storie”

Delia Petracca

Scuola secondaria di primo grado Genzano , classe IIB

LA QUERCIA E IL CONTADINO

Un contadino che abitava in campagna un giorno piantò degli alberi nel suo podere molto spoglio. Quando questi crebbero il contadino notò che uno di questi aveva qualcosa di diverso dagli altri, ma non riusciva a capire cosa .
Arrivò la sera e mentre l’uomo in casa si stava riscaldando al fuoco del camino sentì un rumore, andò a vedere alla porta ma non c’era nessuno. La mattina dopo con sua grande sorpresa vide che una quercia si era spostata dalla sua posizione originaria: il contadino non capiva come poteva essere successo!
La sera seguente il contadino sentì di nuovo gli stessi rumori ,andò alla finestra e sbalordito vide l’albero che camminava quasi avesse le gambe” Dormo o son desto ? “si disse il pover uomo. Per accertarsi meglio si avvicinò alla quercia facendo finta di tagliarle i rami: voleva vedere la sua reazione. Ma aveva appena preso l’ascia in mano, che l’albero gridò “Fermati ! Fermati ! “ Il contadino fu sorpreso e chiese chi fosse e cosa voleva da lui, ma l’albero non rispose più .Il contadino credette allora di aver sognato, ma rimase in lui un non so che di paura per quell’albero “ strano” che ogni giorno trovava in un posto diverso. Che avesse le gambe?
Un giorno avvenne che il contadino dovette andare in città per vendere alcuni prodotti del suo podere, caricò il suo carro, preparò il cavallo e si mise in cammino, la quercia intanto lo seguiva di nascosto. Ma sfortuna volle che durante il tragitto ci fu un gran temporale, la strada franò e il povero contadino stava precipitando in un burrone, ma la quercia lo afferrò con i suoi rami lunghi e forti e lo portò in salvo. Da allora il contadino e la quercia divennero grandi amici.
E’ proprio vero che gli alberi sono la salvezza e la vita degli uomini!! .
Bonifacio D., Di Bono G., Marino G.
Scuola secondaria di primo grado Genzano , classe IIB





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