LA SFILATA DI CARNEVALE

Il Martedì grasso si svolgeva la sfilata dei carri per le vie del paese.
Si preparava, su di un carro trainato da due cavalli o da un motore, un letto di paglia e sopra si metteva un uomo vestito da Carnevale, con una grossa pancia, con al collo una “collana di salciccia” e un fiasco di vino in mano. Egli, dopo aver mangiato e bevuto a crepapelle, moriva di indigestione e veniva steso sul letto.
Vicino a lui, Quarantana , la moglie, con altre donne, piangeva disperata la sua morte, gridava e si strappava i capelli. I carri facevano il giro delle strade principali del paese tra l’allegria e il divertimento di grandi e piccoli.
Arrivati nella piazza principale, Carnevale veniva sceso dal carro e bruciato fra le grida e il pianto disperato di Quarantana.
Si preparava, su di un carro trainato da due cavalli o da un motore, un letto di paglia e sopra si metteva un uomo vestito da Carnevale, con una grossa pancia, con al collo una “collana di salciccia” e un fiasco di vino in mano. Egli, dopo aver mangiato e bevuto a crepapelle, moriva di indigestione e veniva steso sul letto.
Vicino a lui, Quarantana , la moglie, con altre donne, piangeva disperata la sua morte, gridava e si strappava i capelli. I carri facevano il giro delle strade principali del paese tra l’allegria e il divertimento di grandi e piccoli.
Arrivati nella piazza principale, Carnevale veniva sceso dal carro e bruciato fra le grida e il pianto disperato di Quarantana.

Quarantana
Il giorno dopo il martedì grasso, il giorno delle Ceneri, inizia il periodo della Quaresima. Anticamente si confezionava un fantoccio che rappresentava una donna, Quarantana , moglie di Carnevale, vestita di nero, cioè a lutto per la morte del marito. Essa si appendeva ai balconi o ai vicoli per tutta la durata della Quaresima. Di sera, Quarantana, con la sua ombra, faceva paura soprattutto ai bambini. Sulla testa portava un fazzoletto nero e sette penne, a rappresentare le domeniche che mancavano alla Santa Pasqua. Ogni fine settimana, si strappava una penna. Quando erano finite, significava la fine del periodo di preghiera, di penitenza e di astinenza(dalla carne, dalla salciccia, dai dolci e da altri cibi gustosi) e l’arrivo della Santa Pasqua. Quarantana, allora, veniva bruciata come suo marito. Anche noi in classe, quest’anno, abbiamo confezionato il fantoccio di Quarantana, che abbiamo appeso mercoledì, giorno delle Ceneri, alla porta dell’aula.
LA PENTOLACCIA
La domenica successiva alla fine del Carnevale, per riprendere e prolungare un po’ la festa, le famiglie e gli amici si riunivano per rompere la pentolaccia.
Si mettevano delle cose da mangiare: caramelle, cioccolatini, dolcetti… in una pentola di terracotta “la pgnat”(usata per cuocere i legumi nel camino).Si bendavano le persone, una alla volta. Queste dovevano cercare di rompere la pentola con una bastonata. I colpi non riuscivano subito, ogni tanto il bastone colpiva altre cose o le persone vicine, con grandi risate dei presenti.
Quando, finalmente, dopo tanti tentativi, si riusciva a rompere la “pgnat”, tutti i bambini correvano a raccogliere le cose cadute. Durante la festa si mangiavano tanti dolci e si ballava(soprattutto i balli lisci, la tarantella, la quadriglia).
L’usanza di festeggiare la pentolaccia,, continua ancora oggi, ma è riservata quasi ai bambini.
4 C
Si mettevano delle cose da mangiare: caramelle, cioccolatini, dolcetti… in una pentola di terracotta “la pgnat”(usata per cuocere i legumi nel camino).Si bendavano le persone, una alla volta. Queste dovevano cercare di rompere la pentola con una bastonata. I colpi non riuscivano subito, ogni tanto il bastone colpiva altre cose o le persone vicine, con grandi risate dei presenti.
Quando, finalmente, dopo tanti tentativi, si riusciva a rompere la “pgnat”, tutti i bambini correvano a raccogliere le cose cadute. Durante la festa si mangiavano tanti dolci e si ballava(soprattutto i balli lisci, la tarantella, la quadriglia).
L’usanza di festeggiare la pentolaccia,, continua ancora oggi, ma è riservata quasi ai bambini.
4 C
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